DA MANO A MANO
La cinematografia siciliana un «binomio tra Sicilia e violenza»
31 Gennaio, Palazzolo Acreide
«Il Cinema si interessa della Sicilia perché la Sicilia è Cinema» diceva Leonardo Sciascia.
Nato come strumento di svago e di espressione artistica capace di costruire l’immagine e l’identità del territorio di cui narra, in Sicilia diventa un caso emblematico che ha contribuito a creare un immaginario dell’Isola senza precedenti e di cui la settimana arte non ha potuto fare a meno. La Sicilia con le sue tradizioni e la sua storia millenaria diventa la culla della cinematografia per molti registi italiani e non solo. Da Visconti a Coppola, da Tornatore a Soderbergh – sono numerose le pellicole che ritraggono le località più note dell’Isola e attraverso loro riusciamo a scoprire una Sicilia inedita e maestosa.
Dalle storie d’amore ai «tratti peculiari divenuti icone stesse dell’isola, come l’arretratezza, la miseria, la violenza», la filmografia siciliana è tra le più vaste delle regioni italiane, perché capace di raccontare i vizi e le virtù di un popolo e di un territorio caratteristici, fatti di storia, di folklore, di dialetto e di paesaggi mozzafiato.
Da “La terra trema” (1948), a “Il Gattopardo” (1958), poi “Il Padrino” (1972) e ancora “Storia di una capinera”, “Il giorno della civetta”, “Malèna”, l’Isola diventa fulcro di storie capaci di toccare le corde emotive del suo pubblico, interessando non solo il cinema, ma anche la letteratura stessa: parliamo di due forme espressive spesso in simbiosi.
Uno dei casi degni di nota è sicuramente la serie
Dal binomio “Sicilia e violenza” che per molti anni è stato capace di ritrarre tutti gli stereotipi che hanno afflitto l’Isola, a “Il commissario Montalbano” tratto dai romanzi di Andrea Camilleri, che descrive un’altra faccia dell’Isola, quella di una onorata società, fatta di uomini onesti, che combattono le ingiustizie; o “Nuovo Cinema Paradiso”, il film di Giuseppe Tornatore che vinse l’Oscar come migliore film straniero, che racconta di una terra inedita, ancora più bella: di una Sicilia che non è solo mafia.